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incorporate nei fronti. Se, anche in questo caso, i pannelli in vetro
a doppia curvatura derivano dal trasferimento tecnologico dall’in-
dustria aeronautica, i particolari giunti delle intelaiature romboi-
dali automontanti, grazie a cui le biosfere così come tutto il resto
dell’edificio sono completamente smontabili per essere trasportati
e ricollocati in un orto botanico di Baku, sono stati studiati specifi-
camente per coniugare esigenze di controllo formale, statico e di
cantierizzazione e sono divenute oggetto di domanda di brevetto5.
Il tema dell’assemblaggio a secco, infatti, è stato assunto come l’oc-
casione per una riflessione e perfezionamento rispetto ai sistemi
di prefabbricazione reinterpretati non solo per ridurre i tempi e le
lavorazioni in opera ma anche in chiave di reversibilità.
La concezione strutturale dell’area espositiva del padiglione dell’An-
gola manifesta una specifica volontà di forma nel diagramma ad al-
bero, simbolo del baobab, che definisce e connota l’organizzazione
tipologica e spaziale degli interni, ed è oggetto di una the double outer facade, which filters light in
rielaborazione tecnico costruttiva sia nel nodo in legno the glass envelope, is a three dimensional grid
lamellare, con sistema di fissaggio con tecnologia a bar-
re filettate e resina, sia in quello dell’intelaiatura in cls consisting of almost entirely interlocking wooden
prefabbricato precompresso scelto per la zona di rap- battens
presentanza. La sperimentazione del telaio strutturale
con giunto a secco in calcestruzzo, preferito all’acciaio
per il ridotto impatto ambientale in termini di energia grigia, si pone
la sfida di esplorare soluzioni sostenibili facilmente applicabili an-
che nei paesi africani in forte urbanizzazione.
Un diverso ordine di considerazioni risulta nell’osservazione di
come, forse, esigenze legate al contenimento dei consumi energe-
tici per la climatizzazione estiva, a fronte anche della intenzional-
mente limitata potenza elettrica fornita ai singoli partecipanti, la
necessità prevista dalle linee guida di gestire la mobilità ed i flussi
dei visitatori per evitare congestioni e code, stante la densità dell’in-
sediamento, insieme, infine, alla suggestione fornita dal tema del
paesaggio agricolo e della natura, abbiano stimolato la concezione
di spazi espositivi con un respiro urbano e quasi territoriale.
Il lotto dei Paesi Bassi è quindi trattato come spazio aperto pubbli-
co, che interpreta alla lettera il tema della temporaneità negli alle-
stimenti tipici delle feste popolari, mentre la stessa serra denuncia
esplicitamente la sua provvisorietà.
La scala del padiglione francese è addirittura territoriale, ispirata alle The more or less abstract suggestion of a slice of national landscape
curve di livello della campagna coltivata, che si solleva e rovescia a
realizzare un grande mercato coperto, portando agli estremi la tecno-
logia della griglia in lamellare tridimensionale con giunti a scomparsa.
La riproposizione più o meno astratta di una tranche del paesaggio
nazionale è assunta quale elemento ricorrente fra realtà e rappre-
sentazione. Ecco che le dune del deserto degli Emirati Arabi Uniti
sono richiamate, anche nel trattamento superficiale, dai grandi pan-
nelli in calcestruzzo prefabbricato fibrorinforzato che definiscono le
pareti dei “canyon” che organizzano zone funzionali e percorsi di
attraversamento del lotto fra spazi aperti e chiusi.
L’edificio della Germania, il maggiore del sito per dimensione, è
una tranche di terreno coltivato, rialzato ed inclinato, per generare
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flection and optimisation of prefabrication systems, revisited not
only to reduce on-site working time but also from the standpoint
of reversibility.
The structural conception of the exhibition area in the Angola pa-
vilion displays a particular quest for form in the tree diagram, sym-
bolising the baobab, which defines and connotes the spatial and
typological organisation of the interior. Both the glulam central ele-
ment, featuring a threaded bar and resin connector system, and the
precast prestressed concrete frame chosen for the reception areas
have been subject to technical and architectural re-elaboration.
Experimenting with the structure using mechanical joints in con-
crete rather than steel, to reduce environmental impact in terms
of grey energy, poses the challenge of exploring easily applicable
sustainable solutions also in African countries under heavy urbani-
zation.
Another kind of consideration emerges when observing how needs
associated with limiting energy consumption for summer air-condi-
tioning, also in view of the intentionally limited supply of electricity
to individual participants, combined with the necessity foreseen in
the guidelines to control mobility and visitor flows to avoid conges-
tion and queues due to the temporary settlement density, and lastly,
the evocative theme of agricultural landscape and nature, may have
worked together to trigger the conception of exhibition spaces as
portions of national landscape, be it urban or rural.
The Netherlands’ plot has therefore been treated as an open public
space, interpreting the theme of temporariness literally by creating a
setting typical of festivals, with an expressly provisional greenhouse.
The French pavilion is geographical in connotation, inspired by the
contours of the cultivated countryside, which rises and tips over to
create a large covered market, taking three dimensional, concealed
joint, glulam grid technology to extremes.
has been adopted as a recurrent element somewhere between real-
ity and representation. Thus the desert dunes of the United Arab
Emirates are portrayed, even in their textured surfaces, by the great
prefabricated, glass reinforced concrete (GRC) panels that form the
“canyon” walls bordering the functional areas and pathways across
the plot between open and closed areas.
The German building, the largest on the site, is a portion of raised,
sloping, cultivated land that generates two visiting areas: the inner
one below and the outer one on the roof, both placed in direct corre-
spondence with zenithal openings that allow different viewpoints and
from which emerge tree-like structures in steel and textile net, carry-
ing OPV cells, which shade extensive areas of the open spaces below.